Vorrei proporvi una serie di regole che ho “rubato” a Daniel Debonduwe, uno dei maestri del ring.
• Non bisogna fare tutto nello stesso tempo. Bisogna avere pazienza ed insegnare una cosa per volta.
• Il cucciolo, che è solo dolcezza, dobbiamo “lavorarlo” con dolcezza. Più facciamo cose alla sua portata, meno ci saranno conflitti durante la sua crescita.
• Dobbiamo fare in modo che il cucciolo riceva gioia il più possibile.
• Dobbiamo sempre essere attenti al nostro allievo.
• Non lasciare niente al caso. Agire per tappe successive, senza saltarne nessuna.
• Fare un passo indietro ad ogni difficoltà, in ogni occasione in cui il cane sente angoscia. È un percorso lungo ma il successo è sicuro.
• Il cane deve provare piacere quando lavora, per questo utilizzo spesso il gioco. È il piacere che dà “vitalità” all’esercizio.
• La voce non è sufficiente per correggere un cane che disobbedisce. Quando si usa la voce è comunque necessario modulare il tono in modo corretto.
• Bisogna sapersi fermare una volta che il cane abbia capito l’esercizio.
• Durante gli esercizi, dopo la fase di apprendimento, bisogna portare il cane a sbagliare. Solo così è possibile correggerlo.
• Non portare mai il cane al punto di saturazione.
• Quando ho un “conflitto” con il mio cane su un esercizio, smetto l’addestramento, mi siedo e mi chiedo “perché”. Se il mio cane non capisce, non è colpa sua, ma mia. È compito mio che capisca. Non riprendo l’esercizio se non dopo aver trovato la soluzione.
• La riconciliazione dopo un conflitto, avviene anche se il cane si sforza di collaborare. Qui, più il conflitto è stato duro, più la festa sarà grande.
• Non bisogna fare tutto nello stesso tempo. Bisogna avere pazienza ed insegnare una cosa per volta.
• Il cucciolo, che è solo dolcezza, dobbiamo “lavorarlo” con dolcezza. Più facciamo cose alla sua portata, meno ci saranno conflitti durante la sua crescita.
• Dobbiamo fare in modo che il cucciolo riceva gioia il più possibile.
• Dobbiamo sempre essere attenti al nostro allievo.
• Non lasciare niente al caso. Agire per tappe successive, senza saltarne nessuna.
• Fare un passo indietro ad ogni difficoltà, in ogni occasione in cui il cane sente angoscia. È un percorso lungo ma il successo è sicuro.
• Il cane deve provare piacere quando lavora, per questo utilizzo spesso il gioco. È il piacere che dà “vitalità” all’esercizio.
• La voce non è sufficiente per correggere un cane che disobbedisce. Quando si usa la voce è comunque necessario modulare il tono in modo corretto.
• Bisogna sapersi fermare una volta che il cane abbia capito l’esercizio.
• Durante gli esercizi, dopo la fase di apprendimento, bisogna portare il cane a sbagliare. Solo così è possibile correggerlo.
• Non portare mai il cane al punto di saturazione.
• Quando ho un “conflitto” con il mio cane su un esercizio, smetto l’addestramento, mi siedo e mi chiedo “perché”. Se il mio cane non capisce, non è colpa sua, ma mia. È compito mio che capisca. Non riprendo l’esercizio se non dopo aver trovato la soluzione.
• La riconciliazione dopo un conflitto, avviene anche se il cane si sforza di collaborare. Qui, più il conflitto è stato duro, più la festa sarà grande.