L’approccio al gioco è parte integrante del nostro sistema di addestramento. Molti ci chiedono perché far giocare il cane, perché portarlo ad un livello di eccitazione che potrebbe essere problematico in fase di controllo.
Alcune scuole cinofile scoraggiano infatti giochi che alterino uno stato di calma continua, al fine di evitare situazioni complicate nella gestione quotidiana del cane.
Partendo dall’esigenza di controllare il cane, si pensa di mantenere sempre basso il livello di arousal, al fine di evitare problemi nella gestione: se il cane è troppo eccitato si comporta infatti in un modo che al proprietario non piace.
In buona sostanza quello che si vuole evitare è che il cane salti addosso, abbai, pizzichi trovandosi in uno scenario pieno di distrazioni interessanti e stimolanti.
Tenendo il cane sempre tranquillo invece, la sua gestione diventa più semplice.
Le attività ludiche consigliate da questa scuola di pensiero, che spesso è propria dei “circoli gentilisti” sono quelle legate alle attività di fiuto: il cane passa il tempo ad annusare e a cercare, così si sfoga e se ne sta tranquillo.
Ma allora, perché noi incoraggiamo giochi che alterino il livello di arousal?
Perché portiamo il cane all’eccitazione con attività non strettamente legate al fiuto, magari interagendo fisicamente con lui attraverso il tira e molla?
Perché:
a) se abbiamo la fortuna di lavorare con cani sportivi, il gioco è un ottimo premio;
b) in ogni caso, lo sfogo dell’energia è necessario per il benessere del cane.
Tutti i cani hanno bisogno di esercizio fisico per stare bene. E se non ce ne occupiamo noi si trovano da soli le cose da fare, inseguendo uccelli e lucertole, prendendosi la coda, “facendo la rete”, il tutto per soddisfare la loro esigenza fisica ed essere sani. Stando così le cose, possiamo scegliere noi come fare esercitare il cane. Possiamo portarlo in area cani e farlo correre con gli amici del parco. È un esercizio, usa energia. Possiamo portarlo nel bosco ad inseguire lepri e scoiattoli. Sono tutte cose utili dal punto di vista fisico. Il problema è che non sta facendo nulla con noi; la sua attenzione è rivolta ad altro. Quando il cane insegue una lepre è vero che si stanca, ma è anche vero che non è attento a me. E costruire una motivazione del genere potrebbe diventare problematico: quando ad esempio non voglio che lo faccia. A quel punto non verrò ascoltato, perché sono stato proprio io ad insegnargli che le cose divertenti sono altre. Alternativamente possiamo fare esercizio insieme, possiamo giocare insieme e divertirci. Possiamo usare la pallina, il cibo, il salamotto ecc. per fare un’attività insieme. Il cane non può giocare al tira e molla da solo, ma deve farlo con noi. Questo ci aiuta a costruire una buona relazione di gioco, perché se il cane mi porta il salamotto per giocare con me mi presta attenzione, vuole interagire, aumenta l’attenzione nei miei confronti. Infine, quando il cane impara a giocare con me, impara anche ad ascoltarmi; in questo modo posso davvero controllare il suo livello di arousal. La difficoltà infatti sta nel farsi ascoltare quando il cane è eccitato. Molti dicono: il mio cane è bravissimo quando non ci sono distrazioni, ma appena ne trova una non mi dà più retta. Il problema è che mantenendo il livello di arousal sempre basso, quando sarà eccitato (e accadrà di sicuro, anche solo per l’arrivo degli ospiti a casa) non saprò come far sì che mi ascolti e lui non risponderà perché non abituato a controllarsi in certe situazioni. Quindi noi intenzionalmente portiamo il cane all’eccitazione e gli insegniamo ad ascoltarci proprio quando il livello raggiunge il massimo. È come prendere una lattina di una bibita gassata e scuoterla, ma mettere il tappo prima che esploda. Quando “tolgo il tappo” faccio in modo che tutta quella energia venga canalizzata in un comportamento accettabile. Il cane impara a darmi retta anche quando è eccitato e impara soprattutto a controllarsi. In questo senso il gioco è un “laboratorio” perfetto, in quanto posso veramente controllare il livello di eccitazione e l’intensità delle distrazioni. Nel mondo reale, infatti, il controllo degli scoiattoli non ce l’ho… e il cane non mi darà retta, non avendo una adeguata preparazione. Invece con il gioco ho il controllo completo della situazione, potendo decidere io come gestire l’intero scenario.
a) se abbiamo la fortuna di lavorare con cani sportivi, il gioco è un ottimo premio;
b) in ogni caso, lo sfogo dell’energia è necessario per il benessere del cane.
Tutti i cani hanno bisogno di esercizio fisico per stare bene. E se non ce ne occupiamo noi si trovano da soli le cose da fare, inseguendo uccelli e lucertole, prendendosi la coda, “facendo la rete”, il tutto per soddisfare la loro esigenza fisica ed essere sani. Stando così le cose, possiamo scegliere noi come fare esercitare il cane. Possiamo portarlo in area cani e farlo correre con gli amici del parco. È un esercizio, usa energia. Possiamo portarlo nel bosco ad inseguire lepri e scoiattoli. Sono tutte cose utili dal punto di vista fisico. Il problema è che non sta facendo nulla con noi; la sua attenzione è rivolta ad altro. Quando il cane insegue una lepre è vero che si stanca, ma è anche vero che non è attento a me. E costruire una motivazione del genere potrebbe diventare problematico: quando ad esempio non voglio che lo faccia. A quel punto non verrò ascoltato, perché sono stato proprio io ad insegnargli che le cose divertenti sono altre. Alternativamente possiamo fare esercizio insieme, possiamo giocare insieme e divertirci. Possiamo usare la pallina, il cibo, il salamotto ecc. per fare un’attività insieme. Il cane non può giocare al tira e molla da solo, ma deve farlo con noi. Questo ci aiuta a costruire una buona relazione di gioco, perché se il cane mi porta il salamotto per giocare con me mi presta attenzione, vuole interagire, aumenta l’attenzione nei miei confronti. Infine, quando il cane impara a giocare con me, impara anche ad ascoltarmi; in questo modo posso davvero controllare il suo livello di arousal. La difficoltà infatti sta nel farsi ascoltare quando il cane è eccitato. Molti dicono: il mio cane è bravissimo quando non ci sono distrazioni, ma appena ne trova una non mi dà più retta. Il problema è che mantenendo il livello di arousal sempre basso, quando sarà eccitato (e accadrà di sicuro, anche solo per l’arrivo degli ospiti a casa) non saprò come far sì che mi ascolti e lui non risponderà perché non abituato a controllarsi in certe situazioni. Quindi noi intenzionalmente portiamo il cane all’eccitazione e gli insegniamo ad ascoltarci proprio quando il livello raggiunge il massimo. È come prendere una lattina di una bibita gassata e scuoterla, ma mettere il tappo prima che esploda. Quando “tolgo il tappo” faccio in modo che tutta quella energia venga canalizzata in un comportamento accettabile. Il cane impara a darmi retta anche quando è eccitato e impara soprattutto a controllarsi. In questo senso il gioco è un “laboratorio” perfetto, in quanto posso veramente controllare il livello di eccitazione e l’intensità delle distrazioni. Nel mondo reale, infatti, il controllo degli scoiattoli non ce l’ho… e il cane non mi darà retta, non avendo una adeguata preparazione. Invece con il gioco ho il controllo completo della situazione, potendo decidere io come gestire l’intero scenario.