Nikolaas Tinbergen, premio Nobel per la Fisiologia nel 1973 insieme a Konrad Lorenz e Karl Von Frisch, negli anni ‘60 mise a punto uno schema composto da quattro domande che permettesse di analizzare nel modo più completo possibile un comportamento animale.
Questi quattro “perché” sono: cause del comportamento, sviluppo (ontogenesi), funzione ed evoluzione (filogenesi).
A loro volta queste domande sono suddivisibili in due categorie: cause prossime (cause e sviluppo), che avvengono durante la vita dell’individuo, e cause ultime (funzione ed evoluzione) che riguardano lo sviluppo dell’intera specie.
CAUSE: è necessario capire cosa scatena un determinato comportamento, fattori genetici, ambientali, fisiologici, cognitivi, sociali…
SVILUPPO: come si sviluppa il comportamento nel soggetto? Tale comportamento è innato o appreso? Questa domanda aiuta a capire quali sono i fattori che influenzano il comportamento e come esso si manifesta nella vita dell’individuo.
FUNZIONE: a cosa serve il comportamento in esame? Che vantaggi trae la specie nel metterlo in atto?
EVOLUZIONE: come si è modificato il comportamento nell’arco delle generazioni? Cosa ha dato vita alla modificazione del comportamento?
L’addestramento e lo studio del comportamento animale differiscono per obiettivi e tempo impiegato da un lato nell’azione, dall’altro nell’osservazione.
Tuttavia saper analizzare certi comportamenti del cane può essere utile all’addestratore per agire più efficacemente, per premiare in modo più significativo o per capire su che stimoli far leva per modificare determinate azioni o farne apprendere di nuove.
Dobbiamo anche ricordarci che, secondo quanto detto da Lorenz, l’unico modo per osservare l’intero repertorio comportamentale delle specie domestiche è quello di rifarsi all’antenato selvatico, per poi capire come la selezione artificiale abbia influito su alcuni caratteri.
Proviamo a usare le quattro domande di Tinbergen per capire quali differenze ci sono nel premiare il cane facendo leva sul drive di caccia o su quello alimentare.
CAUSE
Cibo: il comportamento è scatenato dalla fame.
Caccia: la predazione è scatenata dalla fuga di una preda.
SVILUPPO
Cibo: l’animale di si ciba. Il momento relativo a questa azione prevede uno stato di quiete. Il comportamento si estingue quando l’animale è sazio.
Caccia: il comportamento viene attivato dalla fuga e nonostante gli insuccessi nella caccia continua a ripresentarsi con la stessa intensità. Il comportamento è dinamico e interessa una gran parte delle energie dell’animale.
FUNZIONE
Cibo: consumo della preda. Sopravvivenza.
Caccia: cattura della preda. Sopravvivenza.
EVOLUZIONE
Cibo: invariata dal lupo al cane.
Caccia: in alcuni cani, a differenza di cosa succede nel lupo, è possibile che un eccessivo numero di fallimenti porti a rassegnazione, non solo nel singolo episodio fallimentare ma anche quando viene riproposta l’attività.
Da questa sorta di schematizzazione otteniamo alcune risposte che possono indirizzarci verso il tipo di premio migliore in base alla situazione.
Nello specifico notiamo che entrambi i tipi di premio si basano su comportamenti che hanno a che fare con la sopravvivenza, quindi che hanno una forte valenza per l’animale.
Il premio alimentare cessa di essere interessante quando si raggiunge la sazietà, mentre quello basato sulla predazione riattiva il cane ogni volta che viene proposto, a patto che nell’avvicinamento a questo tipo di attività non si sia negato all’animale l’accesso al premio un numero eccessivo di volte, tale da demotivarlo.
Possiamo poi ancora dedurre o almeno supporre che il premio tramite il cibo induca uno stato di calma mentre quello basato sulla predazione possa attivare il cane.
Ovviamente non è sempre utile e comodo analizzare ogni aspetto della vita del cane in questo modo, e nemmeno può definirsi fondamentale, ma può essere uno strumento in più che dà la possibilità di andare più a fondo nei motivi di una scelta addestrativa, di un comportamento del cane o dei tentativi di modificazione di alcuni di essi.
Più strumenti abbiamo a disposizione a livello intellettuale e analitico, più riusciremo a pensare, analizzare e agire velocemente, con naturalezza ed efficacia nella pratica.