Un giorno della primavera del 2016 ci trovammo davanti a un dilemma: continuare o desistere?
In quel periodo, alcuni dei nostri cani che si stavano preparando per il lavoro di ricerca in superficie sembravano avere dei picchi di rendimento (e qui le difficoltà si presentavano in maniera particolare per i nostri soci-conduttori di Cani Lupi Cecoslovacchi).
Alcune volte sembravano avere le ali ai ”piedi”…altre volte sembravano fare il compitino e non sembravano felici. E, in realtà, noi con loro.
Ed ecco qui spiegata la domanda…
Di continuare così, non se ne parla. E la prima opzione è stata scartata.
Lasciar perdere, allora. Ma vedere la voglia di fare di questi cani,seppur altalenante, non ci suggeriva questa opzione.
Cosa fare, a questo punto?
Rimettersi in gioco e trovare una disciplina che sposasse la passione per il fiuto dei nostri cani e il loro miglior modo di adoperarlo, insieme alla voglia di far gruppo e di condividere un po’ del nostro tempo con chi, appunto, decide di godersi l’esperienza di un’attività all’aria aperta col proprio
“quattro zampe”.
Ritrovato l’entusiasmo, rimaneva da capire in che direzione andare…
Parlando con Pasquale Landinetti (un amico con tanti anni di esperienza nella ricerca in superficie e macerie) durante la pausa di una sua lezione ad un corso ENCI presso il nostro centro, trovammo la soluzione che sembrava la migliore possibile.
Analizzando quelle che erano le difficoltà (motivare il cane e riuscire a redirigerlo nei momenti in cui perdeva il focus, poca “connessione” col conduttore nel lavoro a distanza) fummo d’accordo sulla strana idea di puntare sul MANTRAILING!
Sempre su indicazione di Pasquale, decidemmo di andare a seguire un seminario tenuto da una collega, indicataci da Pasquale per l’appunto, per avere indicazioni di ogni genere per poter cominciare…prima di subito!
In men che non si dica acquistammo uno dei testi di riferimento della disciplina (quello già citato, scritto da Kocher e intitolato”Il Manuale del Mantrailer) e ci buttammo a capofitto nello studio.
E in pochi giorni iniziammo a sperimentare quanto fosse difficile far capire a un naso che lavora “a cono” di poter seguire una traccia…