Queste poche righe non hanno la pretesa di dare indicazioni “monolitiche”. Tantomeno sono una critica verso chi lavora diversamente. Semplicemente vogliono essere un momento di condivisione: a Debù infatti siamo convinti che la crescita implichi un rapporto dialettico, di confronto. Speriamo quindi che quanto segue sia utile a chi legge, ma aspettiamo anche indicazioni dai lettori, così da migliorare il più possibile il nostro lavoro.
Parleremo, come si evince dal titolo, di addestramento e premi.
La maggior parte delle cose che chiediamo al cane sono, per lui, o neutre (e poco comprensibili):
• Umano: mettiti seduto che c’è il semaforo rosso!
• Cane: ?!?!?!
… o insensate/innaturali:
• Umano: Terra e Resta che sta passando un gatto
• Cane: ma sei fuori?! C’è un gatto! Presto, prendiamolo!
Siamo quindi noi a dover fare in modo che quanto chiediamo acquisti significato agli occhi del cane e questo possiamo farlo, mostrandogli che, obbedendo, i vantaggi saranno maggiori.
Il premio darà significato al loro sforzo.
Anche il dolore e la punizione sono una forma di apprendimento, ma riteniamo che far male al cane per insegnargli degli esercizi di addestramento sia eticamente sbagliato e, proprio dal punto di vista addestrativo, meno efficace.
Inoltre, a Debù, non correggiamo mai un comportamento naturale del cane: non puniamo un cane perché insegue un ciclista o un bambino, perché vuole attaccare un altro cane o perché abbaia. Insegniamo invece l’obbedienza (tramite i vantaggi che da essa gli derivano) e, se il caso, correggiamo il cane che non obbedisce.
Vogliamo che il cane capisca che lo sto sgridando perché non sta fermo dopo che gli ho detto “Resta” e non che associ la punizione ad un suo impulso, col rischio di creare comportamenti superstiziosi.
Generalmente si intendono tre tipologie di premi:
- Premio alimentare
- Gioco
- Gratificazione Sociale
In fase addestrativa, quando il cane sta imparando un nuovo esercizio, la gratificazione sociale non credo dia abbastanza motivazione.
Ci restano quindi il premio alimentare e il gioco.
In realtà quello che cerchiamo di fare nel nostro Club è di trasformare il premio da oggetto ad evento interattivo tra umano e cane: non siamo dei dispenser di cibo o di palline, bensì cibo e palline vengono dati stimolando la caccia, l’inseguimento, la voglia di afferrare.
Il premio non è l’oggetto che diamo al cane, ma un’attività che facciamo con lui.
Bocconcino vs Salamotto/Pallina
Nella prima fase del lavoro utilizziamo moltissimo i bocconcini (o meglio, creiamo il premio – l’evento interattivo – usando il cibo).
Contemporaneamente creiamo lo stesso evento interattivo usando il salamotto o la pallina con la corda, per insegnare quello che secondo noi è un gioco altamente educativo ed interattivo nella sua essenza: il Tira e Molla.
Prima ancora di applicare il premio, lo facciamo conoscere. Il cane impara il premio, comprende questo evento interattivo e lo desidera.
La differenza tra l’evento creato col cibo e quello creato con un oggetto da mordere, solitamente, sta nel fatto che il secondo, almeno nei cani da lavoro, alza l’arousal, rendendo il cane molto più eccitato.
Per questo motivo (e anche per il fatto che prima di poter utilizzare il tira e molla il cane deve aver imparato a riportare e a lasciare), nella primissima fase del lavoro, preferiamo il bocconcino.
Infatti il premio alimentare:
• È desiderato dalla maggior parte dei cani
• Permette tante ripetizioni senza che il cane si stanchi
• Con l’arousal sotto controllo, la precisione è maggiore
• Con il cibo possiamo controllare il muso del cane e di conseguenza il suo corpo, preparando quella memoria muscolare necessaria per diversi esercizi
Quando il cane ha imparato la precisione, utilizziamo il tira e molla per aumentare la velocità di esecuzione.
Fasi di utilizzo del Premio
- Costruiamo la promessa: prima di utilizzare il premio per un comportamento richiesto (seduto, terra ecc.) glielo facciamo conoscere. Il cane impara subito in che cosa consiste l’evento interattivo, l’attività che facciamo insieme;
- Utilizziamo il bocconcino per insegnare al cane a fare meccanicamente delle cose.
Se il muso del cane va verso l’alto, perché attirato dal bocconcino, il suo sedere andrà verso il basso. Se il cane è seduto e portiamo il muso verso il suo petto, il sedere si alzerà ecc.
Tutto questo è “meccanica” e possiamo insegnarla senza manipolare il cane o costringerlo. La parte meccanica è momentanea e va rimossa non appena possibile, per passare al comando esclusivamente verbale; - Manteniamo la promessa: diamo i comandi al cane che li esegue non perché in presenza del premio ma perché speranzoso della sua apparizione.
Quantità del premio:
Come regola generale, premiamo il cane, in fase di apprendimento, con premi continuativi: tutte le volte che fa la cosa giusta. Quando il cane ha imparato l’esercizio, i premi diventano variabili e casuali.
Non sono d’accordo con chi premia poco un “seduto” fatto lentamente, premiando invece molto un “seduto” fatto in velocità. È mia opinione che il cane non riesca a isolare la differenza tra “veloce” e “lento” nell’esercizio.
Quello che facciamo, piuttosto, è far conoscere il premio in anticipo, così che il cane lavori velocemente e con entusiasmo per ottenerlo. Quindi, se un cane risponde al “seduto” lentamente, io comunque lo premio moltissimo. Il “seduto” successivo sarà fatto alla velocità della luce.