Qualche anno fa organizzammo, presso il nostro centro, un seminario rivolto agli addetti ai lavori che aveva come argomento “La Motivazione”, ossia, come trovare il modo perché il cane si dimostrasse non solo desideroso di imparare ma anche di mettere in pratica quanto appreso.
Al seminario parteciparono una quindicina di persone e tra loro c’era anche l’amica Valeria.
Sebbene non ci fosse nulla di rivoluzionario nelle cose che mostrammo, in quanto buona parte di quanto fatto era stato preso in prestito, per non dire copiato, da addestratori famosi che si distinguono ancora oggi nella loro professione, fu proprio lei che si accorse che c’era comunque qualcosa di diverso, ovvero, una struttura didattica che consentiva all’allievo di imparare facilmente e al conduttore di apprendere in maniera strutturata.
Questo la spinse a trasferirsi per venire al Debù ad approfondire la conoscenza di quanto aveva intuito.
Da allora tempo ne è passato e certe tecniche si sono evolute, altre sono state raffinate, altre ancora abbandonate.
Tutte però hanno come base comune l’obiettivo di far capire al cane cosa gli stiamo insegnando.
Detto in questo modo, sembra una banalità, nel senso che nessuno si sognerebbe di dire che quello che fa non abbia lo stesso fine.
In realtà di banale non c’è nulla e il discorso non verte su quanto sia meglio una tecnica rispetto ad un’altra, bensì su cosa sia addestrare.
Non parlo naturalmente del processo di doma, applicato ancora ai giorni nostri da addestratori vecchi, non anagraficamente parlando ma dal punto di vista evolutivo, ma parlo di quello che è l’addestramento, ossia, non una mera collezione di tecniche per insegnare un nuovo comportamento, ma la comprensione dei sensi del cane e delle sue modalità di apprendimento in senso lato, cose che ci danno la chiave d’accesso alla mente del nostro allievo.
Prendendo un esempio preso dal mondo dell’informatica, non è il fatto di conoscere diversi linguaggi di programmazione che fa di noi un programmatore.
Programmare significa infatti prendere un problema e scomporlo in tanti problemi più piccoli, trovare l’algoritmo, e ricomporli insieme per avere la soluzione.
Del resto già i nostri antenati quando ammazzavano un mammut, non lo facevano allo spiedo tutto intero. E l’addestramento è proprio questo: prendere un problema, che sia dato dal regolamento di una disciplina, da un problema di gestione quotidiana o da un eccesso o difetto del normale comportamento del cane, scomporlo in parti più piccole facilmente risolubili, trovare l’algoritmo e risolvere.
Per questo motivo mi trovo in difficoltà in quanto trovo faticoso parlare in modo riduttivo di quello che invece è molto più ampio.
Mi spiego: nel momento in cui il nostro cane non ha un unico lavoro, ad esempio il campo di agility, bensì ha diversi lavori, ovvero, la passeggiata in città, la colazione al bar, il riposo vicino a noi mentre leggiamo un libro… in altre parole una vita che non sia scandita tra kennel e campo di gara, quello di cui dobbiamo parlare non è solo la costruzione di un esercizio, bensì il percorso che facciamo con il nostro allievo finalizzato a portare in atto quelle che sono le sue potenzialità.
E per me lo sport è proprio questo, ossia una parentesi tra una passeggiata tra i castagni (cit riportata dall’amico Calogero Piscopo) e una gita al mare.
Ricordando inoltre che la gara vera è la vita di tutti i giorni, dove non c’è tutela e le variabili non sono controllabili.
La passione per lo sport agonistico comunque mi ha portato a preparare in miei due cani, Yanez e Dantes, rispettivamente per Mondioring e IPO.
I risultati per ora, usando un eufemismo, non sono eccellenti, ma noi si continua incuranti del resto.
Qualche soddisfazione arriva, in particolare dall’IPO (ora stiamo preparando IPO 3), ma anche nel Mondioring cominciano a vedersi dei miglioramenti.
Ho pensato quindi che il lettore, oltre a leggere di una tecnica per preparare un esercizio finalizzato alla prova di gara, avrebbe gradito leggere del percorso di crescita dei due cani, sia dal punto di vista tecnico sia per quanto riguarda l’acquisizione di competenze che sono necessarie per la gestione quotidiana dei nostri cani, passando dalla descrizione di esercizi specifici per lo sport, alla gestione quotidiana volta a prevenire potenziali problemi, fino ad arrivare al debutto, ossia, a quando si passa il cancelletto ed il cane è senza guinzaglio vicino a voi e chi critica sta fuori, mentre siete voi a giocare la partita.